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venerdì 25 giugno 2010

abete e cannavaro

«Il dovere della Federazione è quello di ripartire subito». Così il presidente della Figc Abete parla il giorno dopo il vergognoso flop azzurro ai mondiali sudafricani. «In Italia la Nazionale è importante, come il calcio che vive della passione di decine di milioni di tifosi. La prossima settimana, il primo luglio, presenteremo Prandelli come nuovo ct e da lui ripartiremo con nuove strategie federali». Il
Ovviamente c'è grande delusione per questa avventura finita male. Noi peerò siamo pronti a ripartire mettendo da parte il nostro stato d'animo legato al momento. Dobbiamo fare scelte giuste per invertire il trend decrescente di competitività della Nazionale che si è manifestato non ieri ma da un po' di tempo. Oggi siamo tristi ma ci prendiamo le nostre responsabilità».

La gratitudine nei confronti di Lippi non verrà mai meno. Non c'è nessuna logica di cinismo o voltagabbana da parte mia. Ora non obbiamo intristirci ma abbiamo il dovere di ripartire, è un obbligo della Federazione e di tutto il movimento calcistico italiano. Il risultato è stato fortemente negativo ma nella logica di responsabilità della Federazione dobbiamo riprenderci subito. La responsabilità è mia perchè sono il presidente della Federazione e quindi della Nazionale. Feci una scelta di riprendere Lippi che non rinnego, decisi così a fronte di una situazione che si fece difficile dopo gli Europei. Decisi di riprendere un ct campione del Mondo in carica. La scelta di assumere il tecnico è stta una scelta mia e me ne assumo le responsabilità. Il tecnico della nazionale ha comunque una totale autonomia decisionale e le scelte tecniche sono esclusivamente sue».

Fare una valutazione sugli scenari di competitività del calcio italiano non significa non avere la fortissima volontà di ripartire. C'è un livello di competitività decrescente e questo avviene già da un po'. Anche a livello di club ben difficilmente noi oltre il 2011-2012 manterremo la quarta squadra di club in Champions. C'è una difficoltà obiettiva di ricambio generazionale. Non sono pessimista ma realista. La nostra Under 21 ha difficoltà a qualificarsi nelle competizioni importanti e questo è un fatto oggettivo. I fatti sono qui a dimostrare di una sofferenza generalizzata. Non si tratta di parlare dei singoli, dei vari Buffon o Cannavaro ma c'è preoccupazione di ripartire per via di mancanza di esperienza internazionale di tanti giocatori italiani. In parte dovuto anche alla crescita nei grandi club delle presenze di stranieri nelle nostre squadre che tolgono spazio ai giovani che così non possono fare esperienza nelle competizioni internazionali, pur essendo molto bravi».

Prandelli ha un ottimo curriculum, con un trascorso di qualità a 360 gradi. Poi ognuno ha il suo carattere, il suo modo di comunicare e la sua sensibilità. Con Prandelli ct abbiamo voluto fare un'operazione di lungo periodo, il suo contratto sarà di durata quadriennale e quindi finalizzato al prossimo mondiale».

Il campanello d'allarme del tasso di competitività della squadra azzurra era suonato già prima di questo mondiale. La Federazione era consapevole di una situazione non serena e di calo di tecnica. Ora dovremo essere bravi noi a trovare le ricette giuste per ovviare a questa mancanza. Le ricette sono state interpretate in modo differente, c'è chi pensava che potevano essere convocati altri giocatori per questo Mondiale, chi invece pensava che bastasse cambiare modulo».

Il problema, non è di quantità, che sta diminuendo a causa dell'aumento del numero di stranieri che giocano in Italia, ma di qualità di giocatori selezionabili per la Nazionale. C'è un problema di esperienza internazionale dei giocatori. Si devono fare politiche più incentivanti con le risorse disponibili. Un problema per la Nazionale è un danno per l'intero sistema. Dovremo avere un confronto di politica sportiva che faremo in sede di consiglio federale. I commissari tecnici per il ruolo che ricoprono devono assumersi le responsabilità ma il discorso penso che debba essere più ampio. La colpa non è stata solo dell'allenatore».

Dovremo valorizzare i vivai compatibilmente con le risorse a disposizione, dovremo avere un confronto con i club e dare più forza al settore tecnico e giovanile della Federazione e la qualità dei tecnici. Non ci sarà, nè ci può essere una rivoluzione copernicana perchè le regole Uefa ce lo impediscono. Le squadre europee stanno andando mediamente male a questi Mondiali rispetto ad altre Federazioni sudamericane che stanno invece facendo benissimo».

PEr chi è stato felice dell'eliminazione dell'Italia il problema è suo, verso se stesso e verso il sistema di valori nei quali crede. Io sono triste come il 99.9% degli altri
italiani».


Cannavaro
«Nessuno si sarebbe aspettato questo risultato e questa mancanza di gioco». «Sapevamo tutti che rivincere il Mondiale sarebbe stato molto, ma molto difficile. La speranza, però, era quella di andare un po' più avanti, quello sicuro. Soprattutto dopo la prima partita contro il Paraguay io ero fiducioso. Avevamo fatto un buon esordio, secondo me».
Non aver vinto contro la Nuova Zelanda ci ha dato paura e troppa insicurezza. Ieri questo stato d'animo si è visto. Non eravamo sereni perchè sapevamo che dovevamo vincere a tutti i costi. E' stato un primo tempo bruttissimo, e nel secondo tempo abbiamo fatto poco di più. Nelle prime due partite abbiamo avuto difficoltà evidenti a far gioco ma ieri è stata di gran lunga la partita peggiore. E' difficile spiegare cosa sia successo ieri, siamo passati dall'essere campioni del mondo all'essere eliminati al primo turno in un girone non insuperabile».

«ogni paese ha i suoi problemi e io è da un po' che lo vado dicendo: il nostro meccanismo deve cambiare perchè basta vedere i nostri stadi e la nostra cultura calcistica per capire che qualcosa non va. E poi bisogna investire sui giovani perchè se tu non investi nelle risorse umane, poi vai ad affrontare un Mondiale dopo che ne hai vinto uno e fai una grande fatica a ripeterti sugli stessi livelli. Quando indossi una maglia con quattro stelle e sei obbligato a vincere la pressione ce l'hai in automatico. Noi ci siamo resi conto che c'era troppo timore di giocare, c'era troppa tensione e questo è un peccato perchè quando giochi a calcio e sei troppo nervoso non sei abbastanza lucido. Se queste partite le avessimo giocate in altri contesti le avremmo vinte tutte e tre senza problemi».

ìla mancanza di esperienza internazionale ma questa eliminazione non può cancellare quello che abbiamo fatto nel 2006. Lippi si è preso tutta la responsabilità, ha difeso la squadra, si è messo davanti e noi lo abbbiamo apprezzato. La colpa però non è solo del mister ma va divisa in parti uguali. Cassano e Balotelli? Con tutto il bene che voglio ad Antonio abbiamo fatto due Europei con lui e non li abbiamo vinti. Mario è giovane e deve ancora dimostrare il suo valore. Il mister ha fatto il suo lavoro come nel 2006 ma a volte le cose vanno bene e a volte no. Mi ha fatto male uscire così, tutto mi sarei aspettato tranne che di fare due punti in questo girone. E' un peccato perchè almeno agli ottavi o ai quarti si poteva arrivare».

Arrivi ad un Mondiale e se non vinci la prima partita poi tutti si complica. Ci è mancata una vittoria, se avessimo vinto una partita sarebbe stato tutto diverso. Potevamo prendere tre punti sia col Paraguay che con la Nuova zelanda. A livello psicologico il non vincere ci ha tolto sicurezza. Molti di noi era al primo mondiale. Come ti prendi gli elogi dopo la vittoria di un Mondiale ti devi prendere anche le critiche. Noi ci mettiamo la faccia e siamo tutti dispiaciuti. Ora da questa sconfitta dobbiamo guardare al futuro e cercare di migliorarci. Se restiamo come stiamo oggi ci mettiamo altri 25 anni per rivincere un mondiale e questo sarebbe una grave mancanza per un paese che vive di calcio».
«in giro altri Totti e Del Piero non ci sono. non vedo fenomeni pronti a rimpiazzarlo. Sarebbe stato più facile abbandonare dopo il 2006. Io però non lo ritenevo giusto nei confronti di chi mi aveva dato tanto. Io sono tranquillo perchè penso di aver dato il massimo sempre e sono sereno sotto questo punto di vista. Nel 2006 io ho portato una coppa, oggi non ce l'ho ma sono qui lo stesso a mettere la faccia. I ricambi sono pochi. Prandelli è un bravo allenatore e sa dove andare a lavorare. L'Italia però non sta fornendo materiale come accadde con la mia generazione. Oggigiorno dobbiamo riflettere sul fatto che ricostruire non è semplice. Il calcio è fatto di cicli: in questo momento abbiamo giocatori buioni ma non di prima fascia perchè se siamo usciti al primo turno vuol dire che in giro non ci sono fenomeni».
Ora per me è arrivata l'ora di salutare, ho fatto una buona carriera, ho dato tanto, ho giocato tantissime partite a volte buone, a volte meno buone ma questo fa parte della carriera di un giocatore. Anche Maldini nel 2002 dopo il Mondiale coreano ha subito tante critiche da capitano e poi è tornato ad essere protagonista. Fa parte del nostro ruolo. Per ricostruire dobbiamo ripartire dai giovani. Il futuro è lì', dobbiamo voltare pagina e sperare che i club capiscano che il fallimento della nazionale è anche il loro. Abbiamo vinto una Champions ma all'Inter di italiani ce n'eranoIl pochi».

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