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mercoledì 21 luglio 2010

MAROTTA: "Dzeko, juventinità e altro ancora"

Un Marotta in parte nostalgico, forse romantico, quello che ha concesso oggi un'intervista al Corriere dello Sport. Un direttore generale che ritorna alle origini, a Varese, città da cui è partito, a cui ha regalato una storica promozione in serie B, serie che la società lombarda ha ritrovato da poco dopo molti anni di purgatorio nelle serie minori.

«Ho cominciato qui la carriera, mai avrei immaginato di tornare da dirigente bianco nero: inutile nasconderlo, sono emozionato» .
«Una società forte, professionale, competente, umili, perché per tornare grandi non ba sta collezionare i campioni.

Giuseppe Marotta, ha anche lei la sensazione che attorno alla Juventus si respiri un’aria nuova, anzi antichissima?

«Dopo una stagione deludente, era fon damentale restituire entusiasmo ai tifosi. Il nostro lavoro è soltanto all’inizio, ma loro hanno imparato a fidarsi: garantisce il ritorno, dopo 48 anni, di un Agnelli al la presidenza».
Eppure, davanti ai primi acquisti, qualcuno fa lo schizzinoso. Martinez dal Catania, Pepe dall’Udinese, Bonucci dal Bari: eroi di provincia che non accendo no la fantasia…
«Per cancellare certi pregiudizi, basta rivisitare la storia bianconera: l’hanno scritta campioni scovati in piccoli club e diventati grandi a Torino. Anastasi e Gentile s’erano messi in luce nel Varese, Prandelli e Cabrini tra Cremonese e Atalanta, Conte era cresciuto nel Lecce, Ra vanelli aveva stupito alla Reggiana: vo gliamo rinverdire quella tradizione».
E comunque, la campagna acquisti non è chiusa: Delneri sostiene che man cano ancora quattro rinforzi.
«Confermo, ma prioritari sono due: un terzino sinistro e un esterno destro. Gli altri sono legati a operazioni parallele, incastri obbligati dalla nuova realtà del mercato: non è più tempo di spese folli, il potere d’acquisto deve essere pari ai ri cavi, d’altronde i Messi e i Cristiano Ronaldo non sono alla portata di nessun club italiano».
Alla Juventus vengono comunque ab binati nomi intriganti: Edin Dzeko, per esempio.
«E’ un sogno che non tramonta, un obiettivo che inseguiremo finché possibi le, benché consapevoli di enormi difficol tà: il prezzo fissato dal Wolfsburg è alto e i club concorrenti hanno risorse mag giori. Però fa piacere che il centravanti bosniaco abbia espresso gradimento per un’eventuale destinazione bianconera, vuol dire che l’appeal rimane forte».
Dzeko non è l’unico “sorvegliato” in Bundesliga: la trasferta di Lubecca è di ventata un’occasione per discutere di Rinaldo Elia e Dennis Aogo.
«Soffermatevi su un aspetto statistico dell’amichevole con l’Amburgo: nella formazione iniziale c’erano Ekdal, Motta, Lanzafame, De Ceglie, il giovanissimo Ferrero… età media bassa, freschezza e qualità. Se questa è la filosofia, sia Aogo che Elia sono da Juve, però occorre sem­pre trovare un punto d’incontro tra le no stre esigenze e quelle del club proprieta rio dei cartellini».
Anche Milos Krasic è da Juve…
«Assolutamente sì, lo seguiamo con at tenzione. Nel suo caso, tuttavia, bisogna anche tener conto dello status di extraco munitario: l’obbligo di tesserarne uno soltanto si riflette sulle strategie dei club. Al di là dell’opportunità, mi ha stupito la tempistica della riforma: è stata decisa quando i progetti erano già pronti».
Per fortuna Diego Forlan è comunita rio…
«Non c’è stato alcun contatto, ma la ri velazione del Mondiale finisce inevitabil mente nel mirino dei grandi club. E la Juve è un grande club…».
Diego e Del Piero sono davvero incom patibili?
«Le valutazioni tecnico-tattiche spetta no a Delneri, io dico solo che in una squadra ambiziosa i fuoriclasse non sono mai troppi»

Diego va rivalutato, come Melo…
«Entrambi rappresentano un patrimo nio umano e tecnico notevole, ma le si tuazioni sono diverse. Mentre Diego, dal punto di vista comportamentale, è im peccabile, Melo si è lasciato andare an dare ad alcune reazioni istintive che ci impongono, come dirigenti, di aiutarlo. Conforta, tuttavia, che abbia confidato la sua voglia di riscatto».
Silvio Berlusconi ha annunciato ieri l’incedibilità di Ronaldinho: lei si sente di fare altrettanto a proposito dei due brasiliani?
«Diego e Melo occupano un posto im portante nel progetto, ma se arrivasse un’offerta importante la valuteremmo. Non vale solo per loro, nel calcio di oggi ci sono pochissimi incedibili. Per rinfor­zarsi adeguatamente, bisogna mettere in conto sacrifici, una società non può pre scindere dall’autogestione».
Giorgio Chiellini discute il rinnovo contrattuale…
«Chiellini rappresenta la juventinità, ma il confronto con le esigenze societarie è importante: stiamo trattando con sere nità ».
Chiellini, Bonucci e Legrottaglie in ro sa, eppure si parla di un altro centrale. E balena il nome di Burdisso…
«Non ci siamo mossi, però tra i difen sori collocati sul mercato l’argentino è uno dei più interessanti» .
Rinuncerete a Giovinco: ma è coeren te con l’attenzione rivolta ai giovani?
«Giovinco, negli ultimi due anni, non ha avuto modo di esprimersi con continuità: riteniamo che una stagione full-time pos sa rivelarsi un momento di crescita im portante ».
Ci svela qualcosa del vertice di merca to tenuto ieri con Delneri?
«Vertice? Non esageriamo. Un semplice confronto, ne facciamo tutti i giorni…»

Molti i concetti espressi da Marotta in questa intervista. Alcune parole fanno piacere, in prospettiva, Cabrini, Anastasi, Ravanelli, Conte, Gentile,a cui aggiungeremmo noi Torricelli, Di Livio, Tacchinardi etc. etc. sono stati giocatori diventati grandi alla Juventus. Tuttavia servono e sono funzionali in un progetto dove accanto c'era il fenomeno. Ravanelli aveva vicino il Del Piero e i Vialli. Torricelli i Ferrara e prima ancora Kohler. Gentile aveva in squadra Platini....serve la base italiana ma anche il fenomeno extra, e quindi quei campioni non accasati ma che costano una cifra potenzialmente adatta al budget bianconero. Dzeko che costi 35 o 40 è su quella linea. E' giovane e un potenziale campione, tra i primi cinque bomber europei. La Juventus ha già il miglior portiere, uno dei migliori difensori (Chiellini), due centrocampisti di prospettiva (Marchisio e Sissoko), le manca la punta giovane e forte per completare l'ossatura base. A questa poi aggiungere i vari buoni giocatori, meglio se potenziali fenomeni. Mancano, ancora quattro acquisti, due sicuri (esterno sinistro di difesa e esterno destro) e due potenziali (punta e difensore centrale). Chissà chi arriverà, sicuramente molto dipenderà dalle cessioni e dalla capacità di piazzare Grosso, Camoranesi, Tiago, Grygera e un potenziale big.

Infine concludo, in un certo senso ringraziando il direttore che rassicura su Giovinco. Verrà mandato a fare esperienza e non ceduto definitivamente. Per chi come me, lo ha sempre apprezzato e aspettato, forse troppo, ci sarà un motivo in più quest'anno per vedere magari qualche partita del Bari o del Parma, sperando che sia una delle due società, dimostratesi più amiche rispetto ad altre, ad assicurarselo.

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