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lunedì 22 luglio 2013

DALLA SCRIVANIA AL CAMPO: ECCO PERCHE' TODS-FIAT E' FIORENTINA-JUVE!

In questi mesi la sfida tra Juventus e Fiorentina è andata oltre al campo. Se ne sono accorti tutti e in tanti ci chiedono: ma Juventus e Fiorentina sono veramente competitor? Perchè tutta questa rivalità? La risposta fino all'anno scorso è stata no. I bianconeri hanno lottato, almeno fino a marzo, con il Napoli per lo scudetto. La Fiorentina ha vissuto il sogno Champions, prima di perderlo (se con merito o meno in base alle campane) con il Milan. Insomma viola e bianconeri sono rivali ma non hanno mai lottato per gli stessi obiettivi. Inspiegabile, quindi, l'astio della dirigenza gigliata per la Juventus. Va bene il caso Berbatov (il bulgaro scelse per suo conto però), ma la vera causa dell'astio, sembra andare oltre il calcio e sfociare nella politica economica. CRONISTORIA - Diego Della Valle spara cannonate contro Fiat ed Elkann da un anno, facile riassumerle. Le dichiarazioni partono l'anno scorso (agosto 2012): "Parliamo di più delle belle cose che abbiamo e meno delle brutte auto che facciamo. L'atteggiamento corretto è quello dell'impresa che sta in Italia che lavora in Italia, che non andrà via e che non si lamenta ogni giorno del proprio Paese in una strategia chiarissima di abbandono del Paese. L'Italia vera è qua e non si muove. Se ognuno farà bene il proprio lavoro, ce la faremo”. A maggio ribadì a “Servizio Pubblico” di Michele Santoro: “Avere un determinato cognome non significa dover fare per forza delle belle cose, anzi. Ci vuole rispetto anche per tutti i ragazzi per bene che non riescono a trovare un impiego. Ad esempio Jaki è tutt’altro che un fenomeno, eppure ha un lavoro, e di una certa importanza. Ma è un ragazzino che non si rende conto che il mondo è cambiato e che non si vive più di monopoli ma di mercato”. Fino alle recenti, inviate a Napolitano: "Intervenga lei, stoppi Elkann". POLITICAL INFLUENCES- I più informati lo sanno, altri meno. La Fiat in questi giorni è impegnata a difendere la posizione di primato raggiunta in RCS con la quota salita dal 10% al 20,135%, in seguito all’aumento di capitale da 400 milioni di euro. Diego Della Valle e la Tods che oggi sono al 8,81%, vorrebbero acquistare tutti i diritti inoptati in asta arrivando al 15%. In pratica si avrebbe la Fiat con il 20% e la Tods di Della Valle al 15%. Una partita chiara che influenza l'opinione pubblica perchè avere in mano il principale quotidiano sportivo italiano e il principale quotidiano ha un peso non indifferente sull'opinione pubblica nazionale che spesso segue e ascolta con interesse quello che dicono i quotidiani. Un esempio? Vi ricordate "Farsopoli". Ecco in molti si fecero convincere dalla stampa che parlava di arbitri chiusi nello spogliatoio e sorteggi truccati. La gogna di allora oggi ha un sapore e contorni diversi. Anni dopo, solo in pochi ben informati sanno che non è andata così e che Paparesta non è mai stato chiuso da nessuno e che non esistevano palline calde e fredde. Misteri dei media.... Insomma, anche se la libertà di stampa è garantita, il Corriere della Sera rimane fondamentale a livello di "opinione pubblica" e con lui anche la "Gazzetta dello Sport", lo sa bene Della Valle e si capisce facilmente questa competizione con la Fiat e gli Elkann. COME FINIRA? Il calcio finisce in politica, quindi, e la cosa non ci piace per nulla. La rivalità sportiva ci sta, tra Juventus e Fiorentina ma va limitata al campo. Bisognerebbe avere la capacità di dividere i giochi imprenditoriali e politici da quelli sportivi e soprattutto non scaldare gli animi sullo sport che tale deve rimanere. Ad oggi, se non ci sarà un dietrofront è impossibile ipotizzare che tra Juventus e Fiorentina possa tornare il sereno. Quando leggiamo che Andrea Della Valle dice che "la Juventus ha trenta milioni per Jovetic", vuol dire che intende provocare, forse come fa lo stesso Marotta, dicendo che il giocatore arriverà magari a "parametro zero". Ecco, questi sono gli intrecci e le scaramucce di mercato che ci piacciono, dialettiche ma limitate allo sport. Il resto dovrebbe e deve rimanere altrove. Calcio e politica economica non si devono fondere se no si rischia di rovinare il giocattolo che qualche problema l'ha già mostrato.

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