In questi giorni ho letto con attenzione i commenti alla partita dell'Italia post Irlanda del Nord. Ovviamente dai più il pareggio è stato preso non in modo trionfalistico, ma nemmeno troppo negativo. Leggendo i giornali, ovviamente si nota una delusione di fondo, ma non una critica aspra e severa. A questo punto appare chiaro farsi alcune domande, soprattutto per valutare che peso dare ai giudizi di oggi rispetto a quelli di alcuni mesi fa quando sulla panchina sedeva Marcello Lippi.
Strano che quando sedesse il buon Marcello Lippi tutti fossero pronti a criticare aspramente le scelte, anche delle convocazioni sopratutto citando gli assenti, mentre adesso questo non viene fatto. Forse il Giuseppe Rossi attuale è migliore dello Iaquinta visto in gran spolvero in queste settimane? Forse a centrocampo un Aquilani sarebbe servito?
Come mai Cassano non incide? Sono domande che vengono immediatamente in testa e soprattutto ci viene da chiederci perchè nessuno vuole porle.
Indipendentemente da chi siede in panchina il calcio italiano sta attraversando un momento di difficoltà. I giocatori di livello ci sono ma purtroppo non essendo impiegati nelle migliori squadre di club mancano di esperienza internazionale e non sempre riescono a offrire prestazioni di livello. A nostro parere, la "pandora" di tutto i mali è stato privare il calcio italiano dal 2006 in poi della principale fucina della nazionale, colpendo le società che fornivano giocatori nazionali. Purtroppo l'unica squadra che vince non ha giocatori italiani e questo limita anche notevolmente il lavoro del ct.
Forse nei piani alti dovrebbero porsi delle domande, come quella per cui un giocatore come Destro o come Ranocchia non possano trovare all'Inter la loro dimensione, sono forse così inferiori a Biabiany e Cordoba? Forse, imporre un minimo di italiani in campo era la normativa migliore, rispetto a quella introdotta che francamente non abbiamo capito che utilità possa avere. O meglio l'utilità l'abbiamo capita benissimo....
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