Da chi e' partito da Torino sembra essere nata una campagna denigratoria o se preferite di rivalsa verso la Juventus e soprattutto verso la dirigenza bianconera. Partiamo da Zebina, alcuni concetti espressi in tv: dubbi successivi all'addio di Pavel Nedved e per quale motivo i tifosi ce l'avessoro con lui. Su Pavel non parlo perche' da quando manca, il cuore ha perso una parte. Sicuramente se i tifosi hanno preso di mira Zebina il motivo e' dato da qualche suo comportamento ingiustificabile come a Cagliari con Ranieri o Napoli con Deschamps. Detto questo ovvio che i tifosi non dovevano criticarlo in modo maleducato o volgare o violento.
Passando da chi ha lasciato senza rimpianti a chi di rimpianti ne ha lasciati si nota lo stesso leiv motiv. Alla Gazzetta, lancia un siluro: "Marotta vuole solo italiani...'' E affonda il colpo: "La Juve ha sbagliato la campagna acquisti. Ci sono buoni giocatori, ma nessun campione". Parole pesanti che notano come Diego non volesse partire e come si sia lasciato male con Marotta. Non giustificate alcune frasi sul Direttore Generale del resto qualche straniero e' arrivato. Di Diego mancherà la fantasia... questo e' vero anche se il vero Diego forse non lo abbiamo mai visto.
L'ipotetico cerchio di protesta e' stato chiuso da Giovinco anche lui con il dente avvelenato. Personalmente l'ho sempre difeso e l'avrei visto voletieri almeno in prova come esterno alto. Spero abbia voglia di tornare perche' i tifosi gli vogliono bene.
A una domanda sulle parole di Diego: «Che la dirigenza dovesse essere più chiara è vero. E doveva esserlo fin dal primo anno che sono arrivato (alla Juve). Non è stato così. Amen, la vita va avanti. Con Diego non so come si sia comportata la dirigenza. Io penso a me. Non sono stato trattato come mi aspettavo, ma non ci penso più, penso a fare bene qui. Per il futuro vediamo. Spero di fare bene qui a Parma per far cambiare idea alla Juve con i fatti».
Non sappiamo se sono stati trattato bene o no in senso assoluto. Sicuramente emergere alla Juve non e' facile sia nei periodi d'oro (vedi Miccoli) che in quelli bui come questi, tutto sperano
Che Giovinco possa ritornare e dimostrare il suo valore. Su Diego si spera non sia un nuovo Henry e infine su Zebina penso che sia unanime un rimpianto alquanto limitato. In ogni caso speriamo un giorno di non sentire piu' lamentele per un passato o occasioni perse.
Avevo segnato un bel gol. Ero felice. Delneri mi chiama nella sua stanza. Siamo in tre: il mister, io eMarotta. Delneri parte da lontano.
Mi dice: "Ti ricordi il nostro colloquio di maggio? Ti avevo detto che facevi parte del mio progetto. Bene, ora ne sono convinto più che mai". Lo interrompo». Per dire cosa? «Gli chiedo: "Mister, se lei mi vede titolare io resto alla Juve. Felice, anzi felicissimo". Lui sorride. E guardando Marotta disegna uno schema tattico: "La mia Juve giocherà così: 4-4-Diego e un attaccante. Sei l’unicouomo di qualità che abbiamo. Devi sbagliare dieci partite di fila per tornare in discussione". Lo guardo, felice. Poi, guardo Marotta. Sapevo che lui stava lavorando in un’altra direzione. Che stava facendo di tutto per vendermi. Lavorava nell’ombra». Cosa le disse il dg della Juve? «Se il mister la pensa così, da Torino non ti muovi». Poi è stato venduto al Wolfsburg. «Alla vigilia del mio trasferimento ho incontrato Delneri. Lui mi guardò un po’ imbarazzato poi mi invitò ad andare a parlare con Marotta. Da quel momento Delneri non si è più fatto sentire. Mah…». Al suo posto è arrivato Quagliarella. «Marotta aveva già deciso di vendermi. Lui vuole solo italiani, maquesta è una strada sbagliata. Le grandi squadre si costruiscono puntando sui campioni. Non si guarda la nazionalità. La Juve ha sbagliato campagna acquisti. Sono arrivati tanti buoni giocatori ma nessun campione. Probabilmente il nuovo direttore non ha ancora capito cosa vuol dire guidare la Juve. Del resto, non ha mai lavorato con squadre da scudetto. In più…». In più? «La mia cessione ha provocato un grave danno economico alla società. Se Marotta si fosse comportato in modo diverso conmeavremmo gestito insiemela partenza e la Juve avrebbe incassato molti milioni in più dei 15 versati dal Wolfsburg. Invece così la società bianconera ha bruciato soldi importanti nel nome di Diego. Una montagna di soldi». Lei sarebbe rimasto? «Mi sentivo la maglia bianconera sulla pelle. Avevo voglia di rivincite. Mi trovavo ameraviglia nel modulo Delneri e credo di averlo dimostrato».
C’é chi sostiene maliziosa mente chesia stato Del Piero a pilotare la sua partenza. « È una bugia. Il primo messaggio che mi è arrivato sul telefonino quando sono partito è stato di Ale. Mi diceva: "Sono stato bene con te, ti auguro felicità". Gli credo. Del Piero più di una volta mi ha detto: "Noi dobbiamo giocare insieme". Lui non è un traditore». Altri messaggi? «Più o meno tutta la squadra. Lo spogliatoio della Juve è sano. Buffon è un capitano vero. Vedrete, tornerà il portiere più forte del mondo. Felipe Melo lo devono tenere stretto. Chiellini è un grande difensore. E Amauri quest’anno farà tanti gol.
Da brasiliano ho trovato strano vederlo con la maglia dell’Italia. Ma ha fatto bene.
Bisogna giocare per chi ti ama. Non per chi ti ignora». Ha visto in tv Bari-Juve? «Solo alcune immagini. E’ stato un massacro. Ma…». Ma? «Questa è la Juve di Delneri. Tutti ordinati, tutti impegnati a giocare semplice. Tutti pronti a eseguire bene uno schema su calcio piazzato per cercare di segnare di testa. Può essere questa la Juve? La Juve ha bisogno di campioni. Gente che inventa calcio in un attimo».
gazzetta
«Qui ho trovato un grande gruppo, molto migliore di quello che ho lasciato. Le parole del brasiliano? Ha ragione, la società non è stata chiara. E con me non lo è stata fin da quando sono arrivato»
PARMA, 2 agosto - Nella giornata in cui Diego ha fatto infuriare la dirigenza della Juve con un attacco ad alzo zero contro il dg Marotta, su Corso Galileo Ferraris arrivano gli strali di un altro transfuga: Sebastian Giovinco. Il giovane fantasista torinese, approdato in estate al Parma, non ha mai nascosto la sua delusione per il trattamente ricevuto in bianconero. E coglie l’occasione di un’intervista a Sky Sport 24 per ribadirlo ancora una volta. Lo spunto è offerto proprio da una domanda sulle parole di Diego: «Che la dirigenza dovesse essere più chiara (come ha detto Diego, ndr) è vero - esordisce la Formica Atomica -. E doveva esserlo fin dal primo anno che sono arrivato (alla Juve). Non è stato così. Amen, la vita va avanti. Con Diego non so come si sia comportata la dirigenza. Io penso a me. Non sono stato trattato come mi aspettavo, ma non ci penso più, penso a fare bene qui. Per il futuro vediamo. Spero di fare bene qui a Parma per far cambiare idea alla Juve con i fatti».
L’ANNO PEGGIORE - Quando gli viene chiesto di fare un paragone tra l’ambiente che ha trovato in Emilia e quello che ha lasciato a Torino, Giovinco non si sottrae: «Mi avevano parlato bene di questo gruppo - afferma - e lo posso confermare: è una famiglia dove tutti si aiutano e si vogliono bene. In campo abbiamo dimostrato di essere una squadra unita. I presupposti per fare bene ci sono. Se è meglio qui che alla Juve? Per quello che ho trovato io sì, soprattutto rispetto all’ultimo anno. Le cose sono andate male, è stato un periodo difficile per me, per tutta la squadra e per la società, il periodo più brutto che la Juve abbia passato. Quindi potete immaginare».
La sparo grossa, ma grossa grossa... però in questi giorni pensavo alla cessione di Diego, il giocatore, se devo essere sincero, non mi ha mai entusiasmato ma nn riuscendomi a spiegare la sua (s)vendita mi sono detto: e se dietro ci fosse una sorta di prelazione su Dzeko?!?
RispondiEliminaLo so, sono solo congetture però sognare non costa nulla... Lei cosa ne dice Sig. Pavan?
Magari... caro lettore....
RispondiEliminaTesta ri minkia, in una anno hai fatto pena ed ora ti lamenti????
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