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domenica 20 giugno 2010

"COGLIERE LE OPPORTUNITA'"

E' stata pubblicata ieri un'interessante intervista alll'ad dell'Inter Paolillo.
Francamente a volte mi chiedo come si possano raccontare queste cose agli addetti ai lavori.
Sicuramente Paolillo sarà un ottimo manager, ma alcune su affermazioni ai più attenti risultano alquanto "particolari" e degne di riflessione.
Abbiamo già sottolineato la settimana scorsa, come l'Inter stia virando verso nuove operazioni più sostenibili.
L'Intervista di Paolillo, conferma tutto questo.
Tre le frasi di Paolillo che mi portano a una riflessione.
La prima "Oggi più dell’80% delle squa­dre chiude con il bilancio in rosso e l’Uefa ha voluto mette­re uno stop a tutto questo. È arrivato il momento di fare qualcosa perché il calcio è al collasso".
Mi fa sorridere che ci si accorga solo oggi che il calcio sia al collasso, non capisco come mai per anni si sono spesi 1,000 milioni di euro e oggi ci si accorge che esiste anche il calcio sostenibile.
Su questo faccio una domanda, se il calcio da sostenibile è diventato insostenibile, la colpa non è anche di chi ha in rosa 25 giocatori e un monte ingaggi doppio di altri?

La seconda: "...L’operazione Ibrahimovic, che ha portato in dote Eto’o e per­messo pure all’Inter di guada­gnarci...."
Risulta duro commentare questa operazione di mercato, sicuramente un successo, ai tifosi bianconeri, però non resta che pensare che quella cifra è frutto di una cessione "obbligata" in regime di assenza di mercato causata da Calciopoli del 2006.
Purtroppo a leggere il memoriale del giudice Panasiti sul dossier Telecom, mi vengono grandissimi dubbi, sono il solo?

La terza:" ....aspettiamo che venga fatta una legge sugli stadi: è impensabile investire senza capire i contorni in cui ci si può muovere...... la Juventus si è portata avanti perchè ha colto un’opportunità che le è stata offerta".

Personalmente non capisco perchè si debba aspettare sempre un aiuto dall'esterno e non assumersi i propri rischi. L'aiuto statale non aiuta, anzi, ci sono altre priorità. Le società dovrebbero reinvestire parte dei loro introiti nella costruzione dello stadio. L'Arsenal ha fatto così, con un calcio sostenibile e cessioni eccellenti.
Avessero ceduto Ibrahimovic e messo i soldini da parte per costruire uno stadio, individuando una zona adatta, probabilmente sarebbe stata una prima mossa.
Non si può sempre aspettare la mano pubblica, perchè in Italia, onestamente ci sono altri problemi. Si è già visto come è andata con la legge sui diritti collettivi...vi è parsa una buona iniziativa?
Infine due parole sul fatto che la Juventus ha colto un'opportunità.
Chi dice questo, sminuisce il lavoro che la Juventus ha portato avanti dal 2000. La Juventus da 10 anni parla di stadio di proprietà e strutture polifunzionali.
Se ne parlo, è perchè ci sono ricerche, studi e analisi. Sminuire un progetto di 10 anni alle parole cogliere un'opportunità è riduttivo.
Se diciamo così', potremmo dire che l'Inter ha vinto quattro scudetti perchè ha colto un'opportunità, ma siamo sicuri che molti tifosi bianconeri non sarebbero d'accordo.


Intervista tratta dal sito di Tuttosport
L'ad nerazzurro in esclusiva: «Prima si fa liquidità poi si compra»Taiwo al posto di Maicon Castellazzi primo rinforzo MILANO, 20 giugno - Ernesto Paolillo, come sta il sistema calcio?
«È un malato grave, molto gra­ve ».

Quindi non c’è alternativa al fair play finanziario.
«No. La strada da seguire è tracciata. Ed è l’unica per scon­giurare il rischio che si scateni un effetto simile a quello che ha colpito i mercati finanziari. Oggi più dell’80% delle squa­dre chiude con il bilancio in rosso e l’Uefa ha voluto mette­re uno stop a tutto questo. È arrivato il momento di fare qualcosa perché il calcio è al collasso».

Vale a dire?
«In Austria e Belgio sono già fallite alcune società e, restan­do in Italia, la situazione con­tabile di una decina di squa­dre di serie B è molto preoccu­pante. Il timore è che si scate­ni un effetto a catena, visto che il sistema calcio è simile, tanto per rendere l’idea, a quello fi­nanziario oppure a quello ban­cario: se un grande club com­pra dei giocatori e poi fallisce, non può pagare chi gliel’ha venduto che, a sua volta, si ri­trova con un buco nel sistema tra ricavi e perdite. L’effetto do­mino, può diventare incontrol­labile. Non essendo possibile introdurre il salary cup come avviene negli sport americani, abbiamo pensato di introdurre un sistema in cui i costi debba­no essere commisurati ai rica­vi. In base a quanto deciso, le società avranno due anni di tempo per mettere il bilancio in linea alle misure legate al fair play finanziario, in base a cui, nel triennio 2012-2015 il rosso complessivo di bilancio dovrà essere di 45 milioni di euro, chi non resta dentro a questi parametri, non potrà partecipare alle coppe euro­pee ».

L’Inter sta già correndo ai ripari. Quando contate di arrivare al pareggio di bi­lancio?
«L’obiettivo è quello di farcela in un biennio. Stiamo chiuden­do il bilancio al 30 giugno e ri­spetto all’ultimo (chiuso con 154 milioni di perdite, ndr) c’è un sostanziale miglioramen­to ».

Intanto il diktat di Moratti è preciso: prima di pensare a un acquisto (Mascherano), occorrerà vendere un pez­zo pregiato (Maicon).
«Proprio così. Prima si costitui­sce il salvadanaio, si crea liqui­dità e quindi si decide se e co­me investirla».

La prossima sarà un’Inter più povera?
«No, sarà un’Inter più solida. L’obiettivo è creare un circolo virtuoso con innesti graduali al telaio che possano davvero costituire un valore aggiunto. L’operazione Ibrahimovic, che ha portato in dote Eto’o e per­messo pure all’Inter di guada­gnarci, o quella per Milito-Thiago Motta, quasi tutta fi­nanziata dai nostri prodotti del vivaio, devono essere da esempio. L’Inter che verrà, do­vrà essere capace di incremen­tare i ricavi e ridurre i costi per creare spazi a nuovi investi­menti: si può restare altamen­te competitivi anche vendendo un big».

Quanto è penalizzante non avere uno stadio di pro­prietà?
«Molto, perché nel bilancio mancano le voci legati ai rica­vi dell’attività stadio. Il Barcel­lona, per esempio, dalla gestio­ne del Camp Nou ricava 60 milioni di euro all’anno. Con quei soldi hanno potuto per­mettersi l’operazione Ibrahi­movic ».

Il progetto di uno stadio per l’Inter continua però a ri­manere in un cassetto.
«Perché aspettiamo che venga fatta una legge sugli stadi: è impensabile investire senza capire i contorni in cui ci si può muovere».

La Juventus intanto si è portata avanti.
«Ha colto un’opportunità che le è stata offerta».

In regime di fair play finan­ziario, avrà un’importanza cruciale il settore giovanile.
«Proprio così. Il nostro obietti­vo è riuscire a sfornare un Santon all’anno per la prima squadra ma anche una serie di giocatori che possano essere utili per abbattere i costi delle operazioni di mercato necessa­rie a rafforzare l’organico».

Inizia ad avvertirsi nei con­ti dell’Inter l’effetto-Cham­pions?
«Oggi una tournée della prima squadra può generare introiti del 30% superiori rispetto a quelli della scorsa stagione. Senza poi contare i vari con­tratti di sponsorizzazione».

Che mercato sarà per l’In­ter?
«L’obiettivo è mantenere alta­mente competitiva la squadra. Siamo arrivati al top e ora dob­biamo “soltanto” rimanerci grazie a uno-due innesti mira­ti e alla creazione di un siste­ma virtuoso che permetta di ottenere ricavi utili per essere reinvestiti in giocatori pagati con prezzi più contenuti, ma­gari giovani e con ingaggi più bassi e relativa plusvalenza».

2 commenti:

  1. ok...
    va bene tutto....
    ma ancora non capisco.
    Si continua a parlare di Inter, ma non è chiaro questo, le intercettazioni le ha fatte la Polizia e la Magistratura, mica Moratti.
    Si continua a sbandierare questa richiesta di revoca dello scudetto all'Inter, ma forse non avete capito che se lo revocano a noi mica lo restituiscono. Per me quello scudetto non vale niente, è solo un numero. E poi Moggi sembra voler giustificarsi:. Si ma mica perché lo fanno tutti non deve essere punito nessuno, anzi se l'Inter ha compiuto qualche illecito è normale che debba pagare.(anche se mi sembra difficile parlare di dirigenti nerazzuri che "comprano" arbitri visto che in quel periodo la mia Inter non vinceva niente, a me sembra più un modo di non fare il vaso di coccia tra quelli di ferro).
    Chiudo con una riflessione sul calcio sostenibile...credi che gli acquisti (Diego, Melo, Martinez, Pepe ecc...) e il nuovo stadio siano fatti con i soldi della vendita delle magliette e abbonamenti??

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  2. Caro Matteo,
    forse non ho chiarito bene il senso dell'articolo.
    Qui non si vuole far pagare nulla all'Inter, o meglio, non mi interessa, si chiede giustizia e secondo me ci vorrebbe un risarcimento di 200 milioni minimo per la Juventus per la retrocessione subita.
    A parte le provocazioni, l'articolo odierno non condivide quanto detto da Paolillo, il progetto stadio bianconero non coglie nessuna opportunità. è frutto di lungimiranza manageriale della precedente dirigenza e di continuità, opertatività e programmazione di quella attuale.
    Hanno commesso errori in campo sportivo ma no su tuta la linea.

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