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mercoledì 14 luglio 2010
CRACK-ITALY?
Che il calcio italiano fosse in difficoltà, o se preferite, in declino lo avevamo già segnalato. Sulle cause, ne avevamo già discusso, ma lo ribadiremo alla fine.
Da ieri, oltre alle sensazioni compaiono anche le prime analisi finanziarie che faranno passare qualche notte insonne a qualcuno.
Da una ricerca dell'agenzia finanziaria AT Kearney, risulta che il calcio italiano è in profonda crisi e addirittura a rischio fallimento. Nella stessa situazione sono anche il campionato inglese e spagnolo (quest'ultimo, però ha appena visto la Spagna vincere il mondiale). El Pais, rileva che il solo campionato che produce reddito è quello tedesco, la Bundesliga, seguito dal campionato francese, che rendono rispettivamente il 2 e l'1 per cento.
Il campionato spagnolo è quello che ha fornito il maggior numero di giocatori al mondiale: su 736 giocatori, 547 giocano in Spagna, questo di dimostra la forza del campionato e sicuramente non può fare altro che aumentarne la visibilità.
L'analisi di AT Kearney ha evidenziato che il campionato italiano ha la redditività (intesa come chiusura dei bilanci) peggiore (-12%), seguito da quallo spagnolo (-7%)e da quello inglese (-5%).
Nella stagione 2009/2010, le squadre della Liga hanno un bilancio negativo di 257 milioni di euro per la vendita dei giocatori, a cui seguono la Bundesliga con 118, la Premier con 91, la Ligue con 62 e fanalino di coda la Serie A con 38.
Un altro dato che dovrebbe far riflettere è il seguente: la Premier League e la Serie A hanno il maggior numero di stranieri (44%), mentre la Bundesliga il minore (29%).
Lo studio mostra come la Germania stia nella condizione migliore, grazie anche alla La Bundesliga ha sviluppato una gestione del calcio sostenibile, accomunando gestione commerciale oculata, controllo dei debiti e strutture che sono utilizzate a 360°.
In Italia, invece, siamo ancora alla preistoria. Il rischio reale, è quello di diventare il fanalino di coda tra i cinque campionati europei e che anche il calcio nazionale continui nel fallimento anche nelle prossime competizioni.
Senza voler entrare in polemica (anche se sarebbe il caso), ci viene da chiederci quale sia stata la causa di tutto ciò. Ci chiediamo come mai le squadre non abbiano voluto investire in strutture in passato e abbiano vissuto di rendita dai post mondiali 1990. Dopo 20 anni quella rendita è terminata e la crisi inesorabile è cominciata.
Avere il44% di stranieri nel campionato non aiuta la nazionale. Converrebbe forse, averne qualcuno in meno ma più di qualità. Purtroppo, si dice che i giocatori italiani costino di più di quelli stranieri a parità di valore e questo non aiuta. Sicuramente vedere un Guarente all'estero...fa pensare.
Altri fattori non trascurabili sono sicuramente i diritti televisivi e Calciopoli.
La gestione collettiva, ha creato problemi. Negli altri campionati dove c'è grande differenziazione delle risorse la gestione collettiva ha un senso. In Italia dove i diritti tv (anche a causa della grande delocalizzazione dei tifosi), la gestione individuale sarebbe stata migliore e permetterebbe a ciascuno di ottenere realmente quanto vale.
Altro fattore determinante è stato, a mio avviso, Calciopoli. La punizione inflitta alla Juventus, ma anche la cattiva pubblicità fatta dai media italiani per screditare una società non ha fatto altro che distruggere il sistema e togliere appeal al campionato. Privare la Juventus della serie A è forse convenuto a certe squadre, ma non al sistema che è parso monco di almeno una delle tre teste e che nel lungo periodo ha evidenziato i problemi ora sotto gli occhi di tutti.
Privare una squadra di risorse (investite principalmente in giocatori italiani), ha privato anche di un circolo di denaro, oltre al depauperamento tecnico e competitivo del campionato.
Ci chiediamo se in Spagna o in Germania avrebbero fatto lo stesso. In Portogallo uno scandalo peggiore con il Porto protagonista è stato fatto passare in sordina.
In Italia, invece si è soffiato sulle polemiche e probabilmente per qualche copia venduta in più o per qualche telespettatore in più, si sono ottenute le conseguenze ora visibili a tutti.
Non sarebbe stato meglio analizzare tutto con calma prima di distruggere il sistema?.
In ogni caso, la situazione è questa, crisi finanziaria, pochi soldi e spesi male o per stranieri.
Difficile capire come riprendersi, forse la strada è copiare la Germania, servirebbe una competizione internazionale da organizzare, ma purtroppo, vista la nostra credibilità, ci preferiscono Ucraina e Polonia... che tristezza...
Da el Pais
Los fallos sistémicos de los que tanto se habla en el sector financiero también pueden alcanzar al fútbol. Según un estudio realizado por la consultora AT Kearney, que está esperando la finalización del Mundial de Fútbol de Sudáfrica para difundir, algunos clubes de las primeras divisiones europeas se encuentran al borde de la quiebra, cuando no de su desaparición. De hecho, la mala situación financiera de una sola liga podría dar lugar a ese fenómeno de riesgo sistémico, similar al que por poco sucedió con la banca.
El estudio ha analizado el funcionamiento de la Liga española, la Bundesliga alemana, la Ligue 1 de Francia, la Premier League inglesa y la Serie A italiana como si se tratase de un sector o de una empresa. Se da la circunstancia de que de los 736 jugadores que han participado en el Mundial, 547 juegan en esas ligas, lo que demuestra la fuerza e importancia desde todos los puntos de vista: deportivos, económicos, sociales y medioambientales.
Para realizar el análisis económico se han tenido en cuenta datos de ventas, activos y retorno de los mismos. Los resultados no son nada halagadores ya que, si las ligas inglesa, española e italiana fueran una compañía, en menos de dos años estarían en quiebra. Sólo hay que mirar la ratio de rentabilidad sobre activos (ROA): el de la Premier es del -5%; la Liga, del -7%, y el Calcio, del -12%, frente al retorno medio del +4% de otro tipo de empresas.
Bajo estas condiciones es difícil que algún inversor "económicamente racional" se interese por el negocio del fútbol, sobre el que tantas veces ha corrido la lacra de las comisiones y la corrupción. Según AT Kearney, el balance negativo proviene de las transferencias de jugadores. Algo complicado de solucionar, ya que desde la resolución Bosman, los jugadores tienen más libertad de movimiento, más capacidad negociadora y han aumentado sus cachés.
En la temporada 2009/2010, los clubes de las ligas analizadas han alcanzado un balance negativo de 566 millones de euros en operaciones de transferencias de jugadores. La Liga se sitúa en primer lugar con -257 millones, seguida de la Bundesliga (-118 millones), la Premier (-91 millones), la Ligue (-62 millones) y la Serie A (-38 millones). La Premier y la Serie A lideran esta área, con un 44% de jugadores extranjeros. Alemania ocupa la quinta posición, con un 29% de foráneos.
Está claro que ninguna de esas ligas va a desaparecer, porque las aficiones en los países analizados son masivas, pero debe hacer una reforma radical. El sistema económico actual, con el exceso de inversión y la asunción de riesgos para satisfacer las expectativas de los hinchas, se aleja del sentido común en términos económicos. Para lograr la continuidad económica a largo plazo y evitar riesgos sistémicos, el fútbol europeo necesita reformarse y tomar medidas: precisa actuar con una sola identidad antes que como clubes o ligas individuales. Y claro, una de las soluciones pasa por el control de los sueldos de los jugadores.
El análisis muestra que la Bundesliga es la mejor situada, seguida de la Premier y de la Ligue. Las ligas española e italiana se encuentran en cuarta y quinta posición, respectivamente. La liga alemana es, estructuralmente, más rentable porque los clubes germanos supieron rentabilizar las inversiones realizadas en el Mundial de 2006, principalmente por la modernización de sus estadios. Destinan cerca de 100 millones de euros en academias que les permiten desarrollar nuevos talentos, reduciendo de esa forma futuros gastos de transferencias y, en cierta medida, costes salariales. Además, en aspectos medioambientales, tienen en marcha 10 proyectos en otros países, brillan por su ausencia.
La Bundesliga muestra algunas estrategias que podrían emular otras ligas para conseguir un modelo comercial sostenible. Algunas ideas podrían también importarse de las estrategias financieras desarrolladas en las ligas americanas de baloncesto, béisbol o fútbol americano o incluso de otros deportes que se juegan en el viejo continente y combinan la obtención de beneficios y la atracción deportiva. -
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certo, calciopoli e la silurata di moggi sonop la causa di ogni cosa. Il crack mondiale, i pochi giovani di spessore, ora persino i debiti della serie A. Sai, secondo me anche il debito pubblico italiano al 118% del pil è colpa della silurata di moggi. Ed essendoci, a tuo avviso, l'inter dietro a tutto ciò, affermiamo pure che è causato dall'inter ogni singolo problema italiano. La disoccupazione il debito la povertà il crollo dei consumi. Tutta colpa di Moratti; con moggi saremmo oggi il paese più ricco della terra e campioni del mondo nel calcio. La serie a non sarebbe sull'orlo del collasso, i vivai italiani sarebbero valorizzati (chissà, magari santon e balotelli, gli unici italiani buoni in prospettiva insieme a giovinco, giocherebbero nella juventus). Meglio dedicarsi alla pesca, caro Pavan, anzichè scrivere continuamente post in cui indichi in calciopoli la causa scatentante di tutti i mali italiani. In italia, più sei criminale più vieni santificato, non c'è niente da fare.
RispondiEliminaCiao!
RispondiEliminaBel post! sono d'accordo su quasi tutto quello che hai detto...purtroppo siamo messi veramente male!!
A presto,
Giacomo
PS: solo una piccola correzione dei 736 giocatori che hanno giocato al mondiale 547 giocavano in europa e non solo in Spagna...sarebbero stati un pò tantini...! :-)
Caro anonimo, mi dispiace, ma in questo articolo non parlo di Moratti, anzi c'è da ringraziare l'Inter per le 4 squadre in Champions.
RispondiEliminaPerò secondo me Calciopoli, come è stata gestita è stata un autogol clamoroso per l'immagine del calcio italiano, non credi?