Fino a qualche mese fa l'isola felice della serie A era Milano. A Milanello nei verdi pascoli correvano felici i giocatori rossoneri, campioni d'Italia. Ibrahimovic sorrideva, Abbiati parava e Cassano non faceva cassanate ma sorrisi. Pochi mesi dopo in casa Milan è cambiato tutto, sono bastate partite obiettivamente difficili e una sconfitta con la settima squadra della scorsa stagione per portare il Maalox a Ibra, far dimenticare a Cassano che "si deve rendere grazie" al Milan e soprattutto far scordare l'armonia che esisteva in quel del quartiere generale rossonero. Da una sponda all'altra, a Milano, casa Inter non si ride. Forlan infortunato dopo le classiche partite nazionali e tanti rimpianti per Eto'o che ora potrebbe arrivare per giocare a gennaio, completando l'opera della pantomima di mercato 2011. In casa Inter poi si sono già giocati il bonus allenatore e quindi ora toccherà a Ranieri e allo stile Inter, tirare fuori la squadra dalla parte sinistra della classifica. A noi comunque sembra sempre più fine effetto calciopoli con l'Inter tornata la Reginetta dei castelli di Carta pre 2006.
A Torino, nel frattempo aspettano, ai tifosi piacerebbe diventare isola felice, come a Udine, dove qualsiasi cosa si faccia, qualsiasi giocatore parta, si riesce sempre a ripartire. Nella Torino bianconera, invece, si attende questo ciclo, definito dai gufi dell'isola ex felice di "ferro". Domenica avremo la prima tappa, contro un Di Carlo che si sente in stile Catania. Da quell'isola siciliana la Juventus torno con l'amaro in bocca di quel che poteva essere e non è stato, dalla riva dell'Adige i tifosi si aspettano un sorriso, da quello si parte per ottenere la via felicità.
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