Pacate,oculate, moderate... ecco le parole con cui si è presentato oggi Marotta.
Marotta parte insieme a Delneri per una nuova avventura, un'avventura difficile, ma non impossibile. Un'avventura che quasi tutti i dirigenti e allenatori italiani vorrebbero vivere.
Un'avventura che va vissuta nel giusto contesto e con le giuste aspettative.
Dopo che negli ultimi tre anni si sono forse avute più aspettative che altro, ora è il momento per la società di specchiarsi con la realtà e prendere consapevolezza della propria dimensione attuale e di attrezzarsi per essere competitiva in campo, ma anche a livello societario.
Non sarà facile portare un modello vincente, come quello Sampdoriano a Torino.
Torino non è Genova, e non solo perchè non c'è il mare... i tifosi sono esigenti e la rivalità e il confronto con una certa piazza a volte brucia le tappe.
Nel calcio non c'è riconoscenza, ci sono grazie che il giorno dopo sono dimenticati.
Tempus fugit... e già da domani si cominceranno a fare i primi bilanci su acquisti e cessioni e ci saranno i primi mugugni tra i tifosi.
Tuttavia, il modo di presentarsi di Marotta è qualcosa che dovrebbe dare fiducia ai tifosi.
Abnegazione, voglia di lavorare, competenza sono tre elementi che hanno pagato a Bergamo e Genova.
Infine due parole su Andrea Agnelli, giusto emblema dello spirito bianconero.
Quello spirito deve sempre essere vivo e la fiamma mai spegnersi.
La rivalità con l'Inter e con le altre squadre deve essere viva, ma portata nei canoni dello sport.
Tutti i tifosi sanno com'è andata e rimangono confidenti che anche Andrea Agnelli lo sappia.
I tifosi devono avere pazienza, se possibile e fiducia... se l'avranno potranno tornare anche loro a sorridere.
In caso contrario, possibile un altro fallimento, come i precedenti.
La Juventus si deve evolvere e non rivoluzionare, vedremo a giugno che tipo di evoluzione sarà, se darwiniana o meno.
Ecco le parole di Marotta
"....da oggi inizio una nuova avventura. Un'avventura a cui dedicherò la massima passione, la mia massima competenza e la massima professionalità. Professionalità che è sorta nell'ambito di questo mondo, un mondo che brucia un po' tutto velocemente, ma che è sorta partendo da ragazzo, quindi cercando di carpire quelle che sono state le nozioni di questa professione, accanto a professionisti più famosi di me che hanno sicuramente segnato la storia del calcio italiano. Mi appresto con molta umiltà a iniziare questo lavoro. Sicuramente ci sarà molto da fare, come ha detto poco fa il presidente e Jean Claude. La Juventus deve riposizionarsi su quello che è il blasone storico di una società tra le più importanti al mondo. Da parte mia sicuramente il contributo ci sarà e credo proprio che questa squadra - che non è la squadra che scende in campo e viene definita da tanti squadra invisibile - sia un elemento fondamentale, perchè si diceva e si dice ancora oggi nel calcio che la squadra che scende in campo è lo specchio della società, quindi più forte è la società, più forte è la squadra che scende in campo".
Ecco le parole di Del Neri
LUIGI DEL NERI: "Mi associo al Direttore. Buongiorno. Ringrazio appunto di questa opportunità che mi è stata data dalla società, a partire dal presidente Agnelli e dal dottor Blanc. E' chiaro che il mio impegno - con i miei collaboratori - sarà quello di dare una fisionomia giusta a questa squadra, che torni ad essere una squadra compatta, vogliosa di riuscire a ottenere risultati importanti. E' chiaro che ci attende un compito difficile e questo mi sembra abbastanza logico, però abbiamo tutte la voglia e tutte le energie giuste per poter dare il nostro contributo. E direi che questa è la base iniziale importante. Il massimo del nostro impegno, il massimo della nostra professionalità, la voglia di riuscire ad ottenere risultati importanti, se non tanto immediati, però di riuscire a creare una squadra che possa dare soddisfazioni ai tifosi. E soprattutto a far sì che questa chiamata sia quella giusta, nel senso che la società abbia direttamente puntato su un allenatore ed uno staff che hanno fatto bene quest'anno, l'anno scorso e nel passato, quindi noi speriamo di poter contribuire a far sì che loro ottengano quello che si aspettano da noi, cioè una Juventus vincente, non solamente sul campo, ma anche in altre situazioni".
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Molto lucida la sua analisi, la condivido appieno..infatti è sbagliato a priori ritenere che un modello di organizzazione che ha ottenuto risultati apprezzabili a Genova, possa essere determinante anche a Torino (sponda Juve). I fattori in gioco sono molteplici e anche la tifoseria ormai non ha più la pazienza di prima. Da tifoso, e da osservatore del mondo del calcio, dico che è sbagliato essere prevenuti verso Marotta e Del Neri, lasciamoli lavorare..anche se molto dipenderà dai giocatori che faranno parte della nuova Juventus. Quando sento i nomi di Padoin e Floccari, con tutto il rispetto, non vorrei che si avesse in mente di attrezzare una squadra per la salvezza..Cordiali saluti e complimenti Pavan per il suo blog. Salvo
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