Dalle pagine rosa della Gazzetta dello Sport rimbalzano le parole di Fabio Cannavaro, parole che arrivano da Dubai dove l'ex bianconero amato e da qualcuno odiato, sta vivendo un Natale diverso al caldo tra spiaggia e sole.
Un modo di vivere diverso che Fabio analizza in modo pacato parlando anche di Juventus e del passato che ritorna nel Processo infinito...e parla della Nazionale che gli manca tanto.
«Convinto della scelta. Ho scoperto un mondo nuovo, affascinante. Le tradizioni sono radicate e sentite. Penso al Ramadan, che visto da qui non è solo preghiera e privazione, ma un modo per stare insieme all'imbrunire. Per tenere unita la famiglia, da provare».
E calcisticamente?
«Questo non è un circo, come qualcuno ha detto. Stanno organizzando un campionato sempre più competitivo, ma senza perdere di vista la crescita dei vivai. Infatti ogni club non può avere più di tre stranieri. Ci vorrà tempo, ma hanno idee chiare. La mia squadra, l'Ai Alhi, va benino: O'Leary è un tecnico molto preparato. Spesso abbiamo sofferto perché diversi nostri atleti fanno parte della rappresentativa degli Emirati e tornano stanchi dagli impegni internazionali. Del resto io ne so qualcosa di Nazionale».
Della nazionale Cannavaro ha grande nostalgia, ricordando episodi belli e meno belli, che hanno scandito le sue 79 presenze.
«Sì, molto. Perché tutta la mia carriera è stata scandita dall'azzurro. Sono arrivato a 79 partite da capitano: chissà se qualcuno un giorno passerà quel limite. Dalle giovanili sino a Berlino, al Sudafrica ho vissuto emozioni grandissime. Con la grande delusione dell'Europeo perso nel 2000, ma con l'immensa gioia di aver alzato la Coppa del Mondo».
Poi in Sudafrica solo lacrime.
«Mi dispiace che qualcuno abbia goduto di più per quell'eliminazione che per la vittoria in Germania. Ma sapevamo che era impensabile rivincere il titolo. Ora è logico si paghi la fine di un ciclo. Per Prandelli non sarà facile: l'ho chiamato per augurargli "in bocca al lupo". Mi pare che i presupposti di un gruppo unito ci siano».
Ha sentito Lippi?
«Sì, più volte. Così come il direttore Valentini e Gigi Riva».
La telefonata più curiosa da Coverciano.
«Quella di Chiellini e Quagliarella, quasi intimoriti di entrare in quella camera 202 che ho occupato per 15 anni. La prima volta me l'assegnarono con l'Under 21».
A proposito di altri azzurri: Gigi Buffon fatica a rientrare. Delneri per un paio di volte è stato duro con lui.
«Mi viene da ridere a leggere certe dichiarazioni. Gigi sta bene, presto rientra: lui ha il numero 1 stampato sulla pelle e non ha bisogno di dimostrare niente. Mi piace pensare che l'allenatore l'abbia fatto per stimolare Storari».
Del Piero e Ferrara non se le sono mandate a dire sul recente passato. Era la sua Juve.
«Fare l'allenatore con un gruppo di giocatori esperti come lo eravamo noi in bianconero non è stato semplice nemmeno per Ciro. Nelle loro discussioni non voglio entrare, ma forse sarebbe stato meglio chiarirsi a quattr'occhi».
Cannavaro parla anche del passato che è sempre caro ai tifosi bianconeri, non aggiunge nulla che non sapevamo già, tutti lo sanno che la Juventus ha vinto sul campo e risponde pacatamente a una domanda molto tendenziosa che non è stata confermata, a nostro parere dalle dinamiche processuali.
La politica societaria Juve è cambiata: da John Elkann che ha accettato le responsabilità di Calciopoli, ad Andrea Agnelli che non nasconde di rimpiangere quei tempi, difendendo anche Moggi.
«E fa bene. Perché quella squadra era la più forte sul campo».
Ma le sembra normale acquistare delle schede telefoniche per poter parlare privatamente con gli arbitri?
«No, non lo è. Ma più o meno tutti avevano relazioni non proprio trasparenti. Bisogna fissare regole certe e lasciare gli arbitri sereni e tranquilli».
Che effetto le ha fatto scoprire da un'inchiesta giudiziaria che Parma e Verona erano di Tanzi e per questo il Napoli nel 2001 finì in B?
«Brutto effetto. In Italia abbiamo le regole di Pulcinella. Che nessuno rispetta. Se non ci diamo una svegliata tutti...».
Il suo pensiero sembra andare oltre.
«Penso alla tanto pubblicizzata "monnezza" di Napoli. Io che vivo a Dubai sono arrivato al limite della sopportazione. Penso, però, sia arrivato il momento di svegliarci come napoletani, fare ognuno qualcosa senza aspettare solo le scelte della politica. Sulla differenziata bisogna partire dai nuclei familiari. Non è possibile che con il Golfo più bello, Napoli non abbia un porto moderno, sia senza un palasport e con uno stadio che cade a pezzi dove vengono ristrutturati solo gli spogliatoi perché ci entrano le telecamere».
Da Napoli al Napoli?
«Gruppo eccellente. Si vede l'ottima mano di Mazzarri. Se continua così in Champions può andare. E se poi arrivasse qualcosa in più... da tifosi andremo a piedi al Santuario della Madonna di Pompei».
De Laurentiis dice che Paolo è vicino al rinnovo.
«Paolo è cresciuto tantissimo. Non è più il... fratello di Fabio. Lui ha creduto nel progetto quando si era in B. Non ha avuto i premi per i risultati delle ultime stagioni ed è rimasto in silenzio. Ora deve dimostrare di crederci anche la società. Perché non si può fare leva solo sullo smisurato amore per la maglia della nostra città».
Che succede all'Inter?
«Benitez è bravo, ma poteva aspettare qualche giorno per parlare. Come clima in casa nerazzurra sembra essere tornati 5 anni indietro. In bocca al lupo a Leonardo».
E il ciclone Mourinho al Real?
«Lui lo conosciamo. Ma anche la potenza mediatica a Madrid è una realtà incredibile che ha macinato tanti allenatori. Sono curioso di vedere cosa succederà».
Intanto arriva il Milan a Dubai.
«Con Ibra è in pole per lo scudetto. Sarò felice di rivedere amici con cui ho condiviso momenti indimenticabili, come Nesta, Pirlo e Gattuso».
Ci sarà anche Cassano.
«Gli auguro di esprimere in rossonero il suo talento con continuità. Per raggiungere quei risultati che finora gli sono mancati».
Si accenderanno di nuovo i riflettori anche su di lei.
«Ma sinceramente sto bene a fari spenti. Smaltisco lo stress di tanti anni. Qui posso uscire anche tutte le sere e andare in discoteca. Perché se non bevi e non fumi, come me, non è un problema tirar tardi la sera. Purtroppo da noi si vive un clima esasperato. Questa dimensione mi piace».
Un Cannavaro che non rinnega e crediamo non lo farà mai gli anni in bianconero. Siamo tutti convinte che senza il passaggio alla Juventus, forse quella Coppa al cielo di Berlino non l'avrebbe alzata. Benchè da molti tifosi bianconeri non sia amato, noi rispettiamo Cannavaro, anche se è andato via a quel modo nel 2006. Lo rispettiamo perchè in quei due anni fantastici di Capello ha dato tutto e di più. Per chi ha visto quello partite non vedere i titoli in bacheca è un'ingiustizia. Un'ingiustizia pari a chi pone una domanda su schede svizzere, limitandosi a quello l'argomento non andando a fare le successive connessioni e purtroppo cercando di influenzare, secondo noi, ancora una volta l'opinione del pubblico. La domanda che ci sarebbe piaciuta è la seguente: "Non le sembra strano che la Juventus abbia pagato come e più degli altri quando per altre squadre ci sono intercettazioni ben peggiori? Secondo lei come mai con gli arbitri che appaiono nelle intercettazioni la Juventus ha una media punti più bassa che con gli altri?" Queste sono le domande che bisogna farsi non inventare favole sulle schede svizzere.... queste sono le domande che vorremmo sentire... Ci accontenteranno un giorno?
moggi in autunno a Napoli ha ammesso di aver distribuito quelle schede svizzere senza intestatari, tra i vari, anche agli arbitri. pensavo ripetessi come un pappagallo le parole di moggi, invece no, vai anche oltre
RispondiElimina(per sbagliuo ho postato questo commento nel post di sotto)
non mi sembra
RispondiEliminahttp://www.gazzetta.it/Calcio/04-05-2010/moggi-mai-date-schede-603866469744.shtml
se vuoi le spiegazioni sulle incongruenze leggiti qui http://www.ju29ro.com/farsopoli/1-farsopoli/73-farsopoli-2-le-schede-svizzere-tutte-le-incongruenze.html
RispondiEliminaSe ti scrivessi tutto mi dilungherei per circa 30 minuti.
Un caro saluto,
Massimo
al di là del fatto che nessuno dirigente ha mai confermato di aver usato sim svizzere per parlare con moggi, non regge nemmeno la scusa della riservatezza. Se avesse saputo di essere spiato avrebbe dovuto, e sapendolo figurarsi se non l'avrebbe fatto, sporgere denuncia. cmq ricordavo male, moggi aveva ammesso di aver usato quelle schede, non di averle date agli arbitri, quindi la tua correzione è pertinente. Ciò non toglie che l'uso fatto di quelle sim molto difficilmente è per la riservatezza, dal momento che legalmente solo le autorità possono controllarti, e se sai che altri lo fanno sporgi denuncia. inoltre nessun dirigente ammenttendo l'uso di dette sim avrebbe rischiato alcuna conseguenza, quindi la mancata conferma è probabilmente dettata dal fatto che moggi le usava per tutt'altri scopi. Da dimostrarsi, così come sarà da dimostrarsi la tua tesi innocentista (o filo-juventina? se c'era l'inter al posto della juve, eri qua tutto rabbioso?)
RispondiEliminaCarissimo, se fossi rabbioso, ricorderei il "famoso£ caso Recoba, sai che l'Inter avrebbe dovuto avere un punto di penalizzazione per ogni partita giocata con lui in campo? Il discorso telefonate era un malcostume, come quello dei passaporti. Io rimango del parere che la Juventus abbia vinto quei campionati perchè la più forte. Quello che è successo nel 2006 è stata una caccia alle streghe senza precedenti e motivazioni.
RispondiEliminaLe streghe c'erano anche prima, perchè non si cacciavano ?
il caso passaporti ti ricordo che è passato in giudicato, con condanne per tutte le società conivolte, voi ricordate solo l'inter ma ci sono dentro anche: udinese milan roma lazio samp e vicenza. come al solito, la verità è un po' più ampia delle due righe in cui scrivi che è stato così o che doveva andare così per forza. infatti sono state punite con multe le società, e inibiti i dirigenti coinvolti. tutti allo stesso modo, multa e inibizione. quindi l'hai deciso tu che dovevano toglierci un punto per ogni partita con recoba in campo. ogni volta tu o i tuoi seguaci tirate in ballo questa storia, ma forse non la ricordate molto bene vero? su calciopoli non rispondo perchè abbiamo già discusso abbastanza a riguardo. se hai altro da dire sullo scandalo passaporti o sulle sim svizzere, che a tuo parere tuo sono insignificanti, ma per fortuna non lo sono per la procura della repubblica,ti ascolto
RispondiEliminase hai tempo leggi qui,
RispondiEliminadetto questo... a me non interessa che l'inter sia punita per Recoba, ma solo far notare come le regole vengano rispettate a comando in base alla squadra di riferimento. Se poi vuoi spiegarmi come mai nel 2006 ci hanno messo 20 gg a giudicare una squadra e qui sei mesi, sono disponibile ad approfondire.
Recoba, interrogato al riguardo, dice di non saperne nulla e di essersi improvvisamente ritrovato con il passaporto pronto. Il documento, afferma il Chino, gli è stato consegnato da Oriali il 9 settembre 1999 alla Borghesiana, alla vigilia di un Roma-Inter di campionato. Ma per gli inquirenti ci sono due particolari che non tornano: il documento riporta una data di rilascio precedente di un anno, 9 novembre 1998, e Recoba risulta residente a Roma. Perché né Oriali, né Rinaldo Ghelfi, amministratore delegato interista che ha seguito la pratica, si sono accorti di questa incongruenza? Perché nessuno, nemmeno il calciatore, ha fatto notare e ha richiesto di correggere l’errore? La procura di Udine informa anche che sette mesi dopo l’emissione del passaporto l’Inter si è mossa alla ricerca di antenati spagnoli. Perché questo eccesso di zelo da parte della dirigenza nerazzurra se il calciatore era già in possesso del documento? Il quadro si complica quando Oriali nega di aver versato per conto dell’Inter 80 mila dollari, cifra che Krausz, in un precedente interrogatorio della Procura di Roma, ha detto di aver ricevuto per mano sua.
La risposta è una sola: il passaporto è falso. Ma non solo, la dirigenza dell’Inter era pienamente consapevole del percorso fraudolento che stavano per intraprendere, dal momento che non è mai stata presentata alcuna richiesta di rilascio alle autorità italiane, come regolare prassi richiede.
RispondiEliminaUn caso complesso e intricato ma dalla sostanza semplice: se il passaporto del laziale Veron era vero ma ottenuto attraverso false documentazioni (atti di nascita, matrimonio, ecc…), quello dell’uruguaiano è direttamente contraffatto. Una patacca, direbbero a Roma.
Dopo le sconcertanti rivelazioni delle Procure di Roma e Udine, arrivano le sdegnate reazioni del mondo sportivo. C’è sdegno e le società non coinvolte nella questione passaporti protestano. Andrea Manzella, presidente della Corte Federale, cerca di rassicurare tutti sulla velocità e sul rigore degli eventuali procedimenti disciplinari. Ma il risultato è patetico:
“La regolarità delle partite è un bene assoluto, e su questo non si transige: la buona fede di società o singoli non conta, conta solo che alle gare abbiano partecipato giocatori che non ne avevano diritto. L’Authority ha deciso di aspettare la dichiarazione di falsità della magistratura a meno che il falso risulti macroscopico, ictu oculi, o che vi sia ammissione di colpa del club o del giocatore”, ha spiegato Manzella. “In questi casi, le sanzioni saranno immediate”. Fra una decina di giorni anche l’Inter quindi sarà deferita, e il processo sportivo si concluderà, fra Disciplinare e Caf, entro aprile o maggio. Difficile ipotizzare la sconfitta a tavolino di tutte le gare dei nerazzurri con Recoba “italiano”, più probabile una penalizzazione in classifica di 5/6 punti. Nel caso, quindi, l’Inter dovesse qualificarsi per la Coppa Uefa sarebbe retrocessa in classifica, lasciando il posto in Europa ad un altro club. E nel caso si salvasse? Questione delicatissima, ma teoricamente il club di Moratti rischierebbe anche la serie B” (Repubblica, 9 febbraio 2001)
L’Inter, secondo i regolamenti, dovrebbe essere sconfitta a tavolino ed essere sanzionata di un punto per ogni partita in cui ha schierato Recoba come comunitario. Il totale ammonterebbe all’enorme cifra di 56 punti, con la conseguente retrocessione del club nerazzurro, sia che il provvedimento venga applicato nel campionato precedente (il 1999/2000, dove ha ottenuto 58 punti) che in quello ancora in corso (il 2000/2001, a fine anno ne totalizzerà 51). Con una tale penalità l’Inter sarebbe la prima squadra a scendere sotto lo zero in classifica. Ma è pura fantascienza e ci si rende conto che una tale sanzione, seppur giusta, non verrà mai applicata. Si parla di penalizzazioni o, per lo meno, si spera:
"Roma, Lazio, Inter, Udinese e Napoli penalizzate. Cinque, sei punti in meno ad ognuna all’inizio della prossima stagione, quella premondiale; oppure con handicap sostanzialmente differenti, stangate per i casi più gravi di manomissione (Veron, Recoba, Cafu) […] Nei fatti però, quasi la metà del prossimo campionato italiano sarà “ad handicap”, consegnato nelle mani di chi dallo scandalo non è stato travolto. […] Di colpo di spugna si è parlato a lungo. Ma non si può ormai cancellare uno scandalo che ha investito almeno sei procure, una ventina di giocatori e una quindicina di dirigenti, dal direttore generale dell’Inter ai presidenti di Roma e Lazio. Non si può cancellare uno scandalo che la Fifa stessa chiede di reprimere duramente. Non si possono chiudere gli occhi quando in Francia hanno già penalizzato delle squadre e in Spagna si sono già sospesi dei giocatori". (Repubblica, 21 marzo 2001).
La risposta è una sola: il passaporto è falso. Ma non solo, la dirigenza dell’Inter era pienamente consapevole del percorso fraudolento che stavano per intraprendere, dal momento che non è mai stata presentata alcuna richiesta di rilascio alle autorità italiane, come regolare prassi richiede.
RispondiEliminaUn caso complesso e intricato ma dalla sostanza semplice: se il passaporto del laziale Veron era vero ma ottenuto attraverso false documentazioni (atti di nascita, matrimonio, ecc…), quello dell’uruguaiano è direttamente contraffatto. Una patacca, direbbero a Roma.
Dopo le sconcertanti rivelazioni delle Procure di Roma e Udine, arrivano le sdegnate reazioni del mondo sportivo. C’è sdegno e le società non coinvolte nella questione passaporti protestano. Andrea Manzella, presidente della Corte Federale, cerca di rassicurare tutti sulla velocità e sul rigore degli eventuali procedimenti disciplinari. Ma il risultato è patetico:
“La regolarità delle partite è un bene assoluto, e su questo non si transige: la buona fede di società o singoli non conta, conta solo che alle gare abbiano partecipato giocatori che non ne avevano diritto. L’Authority ha deciso di aspettare la dichiarazione di falsità della magistratura a meno che il falso risulti macroscopico, ictu oculi, o che vi sia ammissione di colpa del club o del giocatore”, ha spiegato Manzella. “In questi casi, le sanzioni saranno immediate”. Fra una decina di giorni anche l’Inter quindi sarà deferita, e il processo sportivo si concluderà, fra Disciplinare e Caf, entro aprile o maggio. Difficile ipotizzare la sconfitta a tavolino di tutte le gare dei nerazzurri con Recoba “italiano”, più probabile una penalizzazione in classifica di 5/6 punti. Nel caso, quindi, l’Inter dovesse qualificarsi per la Coppa Uefa sarebbe retrocessa in classifica, lasciando il posto in Europa ad un altro club. E nel caso si salvasse? Questione delicatissima, ma teoricamente il club di Moratti rischierebbe anche la serie B” (Repubblica, 9 febbraio 2001)
L’Inter, secondo i regolamenti, dovrebbe essere sconfitta a tavolino ed essere sanzionata di un punto per ogni partita in cui ha schierato Recoba come comunitario. Il totale ammonterebbe all’enorme cifra di 56 punti, con la conseguente retrocessione del club nerazzurro, sia che il provvedimento venga applicato nel campionato precedente (il 1999/2000, dove ha ottenuto 58 punti) che in quello ancora in corso (il 2000/2001, a fine anno ne totalizzerà 51). Con una tale penalità l’Inter sarebbe la prima squadra a scendere sotto lo zero in classifica. Ma è pura fantascienza e ci si rende conto che una tale sanzione, seppur giusta, non verrà mai applicata. Si parla di penalizzazioni o, per lo meno, si spera:
"Roma, Lazio, Inter, Udinese e Napoli penalizzate. Cinque, sei punti in meno ad ognuna all’inizio della prossima stagione, quella premondiale; oppure con handicap sostanzialmente differenti, stangate per i casi più gravi di manomissione (Veron, Recoba, Cafu) […] Nei fatti però, quasi la metà del prossimo campionato italiano sarà “ad handicap”, consegnato nelle mani di chi dallo scandalo non è stato travolto. […] Di colpo di spugna si è parlato a lungo. Ma non si può ormai cancellare uno scandalo che ha investito almeno sei procure, una ventina di giocatori e una quindicina di dirigenti, dal direttore generale dell’Inter ai presidenti di Roma e Lazio. Non si può cancellare uno scandalo che la Fifa stessa chiede di reprimere duramente. Non si possono chiudere gli occhi quando in Francia hanno già penalizzato delle squadre e in Spagna si sono già sospesi dei giocatori". (Repubblica, 21 marzo 2001).
La risposta è una sola: il passaporto è falso. Ma non solo, la dirigenza dell’Inter era pienamente consapevole del percorso fraudolento che stavano per intraprendere, dal momento che non è mai stata presentata alcuna richiesta di rilascio alle autorità italiane, come regolare prassi richiede.
RispondiEliminaUn caso complesso e intricato ma dalla sostanza semplice: se il passaporto del laziale Veron era vero ma ottenuto attraverso false documentazioni (atti di nascita, matrimonio, ecc…), quello dell’uruguaiano è direttamente contraffatto. Una patacca, direbbero a Roma.
Dopo le sconcertanti rivelazioni delle Procure di Roma e Udine, arrivano le sdegnate reazioni del mondo sportivo. C’è sdegno e le società non coinvolte nella questione passaporti protestano. Andrea Manzella, presidente della Corte Federale, cerca di rassicurare tutti sulla velocità e sul rigore degli eventuali procedimenti disciplinari. Ma il risultato è patetico:
“La regolarità delle partite è un bene assoluto, e su questo non si transige: la buona fede di società o singoli non conta, conta solo che alle gare abbiano partecipato giocatori che non ne avevano diritto. L’Authority ha deciso di aspettare la dichiarazione di falsità della magistratura a meno che il falso risulti macroscopico, ictu oculi, o che vi sia ammissione di colpa del club o del giocatore”, ha spiegato Manzella. “In questi casi, le sanzioni saranno immediate”. Fra una decina di giorni anche l’Inter quindi sarà deferita, e il processo sportivo si concluderà, fra Disciplinare e Caf, entro aprile o maggio. Difficile ipotizzare la sconfitta a tavolino di tutte le gare dei nerazzurri con Recoba “italiano”, più probabile una penalizzazione in classifica di 5/6 punti.
Nel caso, quindi, l’Inter dovesse qualificarsi per la Coppa Uefa sarebbe retrocessa in classifica, lasciando il posto in Europa ad un altro club. E nel caso si salvasse? Questione delicatissima, ma teoricamente il club di Moratti rischierebbe anche la serie B” (Repubblica, 9 febbraio 2001)
RispondiEliminaL’Inter, secondo i regolamenti, dovrebbe essere sconfitta a tavolino ed essere sanzionata di un punto per ogni partita in cui ha schierato Recoba come comunitario. Il totale ammonterebbe all’enorme cifra di 56 punti, con la conseguente retrocessione del club nerazzurro, sia che il provvedimento venga applicato nel campionato precedente (il 1999/2000, dove ha ottenuto 58 punti) che in quello ancora in corso (il 2000/2001, a fine anno ne totalizzerà 51). Con una tale penalità l’Inter sarebbe la prima squadra a scendere sotto lo zero in classifica. Ma è pura fantascienza e ci si rende conto che una tale sanzione, seppur giusta, non verrà mai applicata. Si parla di penalizzazioni o, per lo meno, si spera:
"Roma, Lazio, Inter, Udinese e Napoli penalizzate. Cinque, sei punti in meno ad ognuna all’inizio della prossima stagione, quella premondiale; oppure con handicap sostanzialmente differenti, stangate per i casi più gravi di manomissione (Veron, Recoba, Cafu) […] Nei fatti però, quasi la metà del prossimo campionato italiano sarà “ad handicap”, consegnato nelle mani di chi dallo scandalo non è stato travolto. […] Di colpo di spugna si è parlato a lungo. Ma non si può ormai cancellare uno scandalo che ha investito almeno sei procure, una ventina di giocatori e una quindicina di dirigenti, dal direttore generale dell’Inter ai presidenti di Roma e Lazio. Non si può cancellare uno scandalo che la Fifa stessa chiede di reprimere duramente. Non si possono chiudere gli occhi quando in Francia hanno già penalizzato delle squadre e in Spagna si sono già sospesi dei giocatori". (Repubblica, 21 marzo 2001).
ti rispondo molto brevemente, aneh se la risp sta gia nel mio commento precedente. l'inter è stata condannata a norma di legge, così come oriali che ha ammesso tutto. multa e inibizione, aòla pari di milan (per dida, il portiere titolare fino a un anno fa, ma non te ne ho mai sentito parlare) lazio roma udinese samp e vicenza, tutte coinvolte. se la federazione pèrevedeva delle punizioni particolari, e sia la commissione disciplinare che quella d'appello le hanno applicate, non capisco perchè si continui amontare polemica su sto fatto! sui tempi, te l ho già detto una volta, non puoi pretendere che la giustizia ordinaria replichi i tempi della giustizia sportiva, per gravità del caso che rappresenta per le due corti, e per la mole di arretrati che le due sezioni hanno. non s'è mai sentito un tribunale pensale emettere una sentenza in pochi mesi, se non nei processi per direttissima per gravi reati. altr aroba la giustizia sportiva, alla quale la fifa richiedeva chiareezza e quindi una sentenza entro il mondiale, pena la sospensione della figc da tutte le competizioni internazionali, inclusi mpndiale e champions.. la giustizia penale non è la vostra portineria, che si sbriga a vostro piacimento e tralascia cose piu gravi e importanti..
RispondiEliminati faccio io una domanda sui passaporti.. perchè la roma e baldini in appello sono stati assolti? è processualmente accertato che oriali ha avuto il passaporto da baldini... io non credo alla buona fede dell'inter eh, hanno chiaramente agito con consapevolezza. ma visto che parli di disparità, ti dico, è vero, c'è disparità, basta guardare in casa Roma. l'inter il milan hanno avuto la massima pena possibile, multa inibizione di dirigenti coinvolti e giocatori. recoba è stato fuori un anno se non ricordo male, è rientrato poi nella stagione 2001/2002
RispondiEliminaCarissimo, la massima pena possibile è la perdita di punti per le partite in cui hai giocato con un giocatore che non poteva giocare.
RispondiEliminaIl resto è un colpo di spugna...
Poi mica parlo solo dell'Inter. E' chiaro che alla Roma è stato permesso di tutto di più da passaportopoli ai bilanci falsi etc. etc.
anche davids non poteva giocare pieno di nandrolone.. eppure giocava.. allora un punto alla juve in ogni partita don davids? ovviamente no, e non cinsidero la sospensione di davids un colpo di spugna, come non capisco perchè debba esserlo la sentenza sui passaporti. è stata applicata una pena a norma di legge, cosa vuoi di più, che si dia l'ergastolo per un furto? la pena di morte per un taccheggio? la pena è proporzionata all'illecito, non sta scritto da nessuna parte che la massima pena possibile sia l'unica da applicarsi. sempre che sia reale la pena indicata da te, dovrei avere il regolamento in mano per poterlo dirle.. quindi non capisco proprio perchè si insista su sta storia dei passaporti, in cui gli unici su cui recriminare sono laziali e romanisti, che ne sono usciti puliti, non certo l'inter che ha avuto la massima pena rispetto alle altre squadre, eppure sempre di un giocatore si trattava, alla pari di dida e compagnia briscola...
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